Consiglio comunale per la Pace a Cavalese

Il consiglio comunale è tradizionalmente l’occasione per discutere di questioni legate all’amministrazione dei paesi e delle città, si prendono decisioni in merito ad azioni programmatiche e opere in fase di realizzazione. Si parla insomma di aspetti pratici e concreti.

Un consiglio comunale sui generis è stato invece convocato l’11 novembre 2018 a Cavalese, un consiglio comunale che ha avuto per oggetto per la pace.

Si è trattato di un’iniziativa promossa dal Coordinamento dei Presidenti dei Consigli comunali Trentini per commemorare la ricorrenza della firma dell’armistizio, che 100 anni prima stabilì la fine della prima Guerra Mondiale.

Il programma della commemorazione, proposto dalla presidente del Consiglio comunale M. Elena Gianmoena e condiviso con i capigruppo consiliari, è iniziato con la cerimonia religiosa nella chiesa di San Sebastiano.  Nell’omelia don Albino Dell’Eva ha fatto riferimento all’oggi e al nostro ruolo di individui: “Vigiliamo tutti su noi stessi, perché le guerre, quelle tra popoli e tra religioni, quelle tra parenti e tra vicini di casa, dentro la comunità civile come in quella religiosa, non iniziano mai sui campi di battaglia, ma nei pensieri, nelle parole e nei sentimenti delle persone.

La cerimonia è proseguita in piazza Scopoli davanti alla grande scritta PACE, dove si è osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della Grande Guerra e di tutte le guerre passate e presenti.

Nella sede consiliare di Cavalese, alla presenza di numerose autorità, la presidente Gianmoena ha ricordato che i Comuni, le Province e le Regioni hanno responsabilità di agire coerentemente per “fare pace” promuovendo il rispetto dei diritti umani e proteggendo le persone più vulnerabili.

Il sindaco di Cavalese Silvano Welponer ha sottolineato nel suo intervento l’immenso bagaglio storico rappresentato dalle lettere dei soldati che dal fronte scrivevano alle loro famiglie, un antidoto contro la retorica del presente.

A seguire due testimonianze dal mondo del volontariato, Giovanna Siviero e Anastasia Sandri, donne che nella nostra comunità si impegnano in prima persona e che hanno portato la loro esperienza personale di testimoni di pace.

Altri interventi, quelli del vice presidente Comunità territoriale Michele Malfer che ha messo in evidenza come la guerra continua purtroppo ad essere uno strumento utilizzato per forzare le relazioni internazionali. “E’ come se la memoria della tragedia non avesse la forza di costringerci a operare più convintamente contro l’utilizzo di questo strumento che non ha cessato di seminare morte e sofferenza.  Dobbiamo convincerci, che tutto è perduto con la guerra, e tutto è possibile con la pace. A cominciare dalla garanzia della vita per i più deboli, che è il cuore della responsabilità politica più autentica”.

L’Assessore alla cultura del comune di Cavalese Ornella Vanzo, fa tesoro infine del pensiero di madre Teresa di Calcutta:  la pace come frutto del servizio verso gli altri.Il riferimento spontaneo è alle calamità che  hanno colpito la Val di Fiemme a fine ottobre 2018, occasione in cui tante persone generose, coraggiose ed altruiste si sono messe al servizio della comunità.

Si potrebbe non finire mai di parlare di pace, cosa c’è quidni di più concreto? Tutti i giorni la possiamo praticare, nei nostri gesti, nei nostri pensieri, nelle nostre relazioni con gli altri. Si potrebbe addirittura proporre che sia un argomento da trattare almeno una volta al mese in ogni consiglio comunale!

Federica Scarian

collaborazione di Maria Elena Gianmoena

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Renato Bernardi