Il Vangelo che esplora il territorio.
Promotore di una Chiesa di Comunità, l’arcivescovo Lauro Tisi è convinto che “La pastorale sia figlia del territorio e quindi sia alimentata dallo spirito santo, dalla concretezza delle persone e della realtà viva della gente che vi abita”. Per questo motivo l’arcivescovo di Trento invece di una assemblea diocesana tradizionale, ha scelto di organizzare nel 2018 una serie assemblee territoriali per andare a vedere in prima persona la Chiesa che vive nei territori, nelle parrocchie ovvero nei luoghi di origine del futuro della diocesi.
Il 13 ottobre 2018 si è svolta nel teatro parrocchiale di Moena l’Assemblea pastorale della zona di Fiemme e Fassa, terza tappa, dopo Dro e Pergine, del percorso di ascolto e dialogo con le comunità avviato dall’arcivescovo Lauro Tisi.
L’incontro è stato introdotto dal vicario di zona don Albino Dell’Eva che, consapevole delle differenze anche culturali fra le due valli, ha sottolineato l’importanza dell’opportunità di lavorare insieme su obiettivi condivisi in un ottica di reciproco arricchimento e crescita.
Cuore dell’incontro è stato l’intervento dell’arcivescovo Tisi. L’interrogativo dell’apostolo Luca “quando il figlio dell’uomo verrà, troverà ancora la Fede in questo mondo?” ha sintetizzato la preoccupazione più grande dell’arcivescovo: ovvero consegnare al proprio successore un museo invece di una comunità vivificata dalla gioia del Vangelo e generatrice di Fede. Contro il rischio di una desertificazione spirituale delle comunità cristiane, contro l’apatia dei suoi adepti l’arcivescovo ha auspicato un ritorno all’emozione di Gesù di Nazareth “che abita l’oggi della storia come profezia e fermento”. Le parole del vescovo sono risuonate come un invito a lavorare per far rinascere la voglia di ricerca e l’anelito verso le risposte che diano senso, coscienti che “Dio ospita la storia di ognuno di noi”. In quest’ottica anche il ruolo della Diocesi e della Chiesa devono aggiornarsi poiché lo Spirito Santo non si trova nello status quo e nella nostalgia di un passato malinconico, luoghi diabolici: “lo Spirito è apertura, futuro, sogno e speranza”. Provocatoriamente, il vescovo ha affermato che gli scandali della Chiesa sono stati utili per ricalibrare le prospettive in quanto “non è la Chiesa la luce. La Chiesa è luna che vive della luce riflessa di Dio”. La Chiesa ha il compito di riorganizzare la sua struttura per essere maggiormente presente e attiva nelle singole comunità e decentrare le proposte diocesane per portarle vicine alla gente. Il compito delle Zone Pastorali è farsi promotori di attività e proposte rivolte alla gente della comunità: “Dobbiamo essere consapevoli che anche la Chiesa è immersa in un mutamento sociale, culturale e religioso che la scuote alle fondamenta. Non è più tempo di una pastorale di mantenimento, dobbiamo guardare avanti e oltre, senza perdere di vista le nostre radici. Sogno comunità di persone, non importa quante, che provino semplicemente a vivere il Vangelo, senza distinzioni obsolete tra preti e laici, ma in un unico slancio di comunità credente, riunita attorno alla Parola di Gesù».
L’ispirato intervento dell’arcivescovo Lauro Tisi ha dato vita ad un animato dibatto dal quale è emersa una comunità pastorale nascosta ma caratterizzata da una ricchezza di proposte ed esperienze che vanno dall’attività di oratorio e animazione giovanile alle più profonde occasioni di preghiera. Una comunità che opera quindi su diversi livelli di comunicazione ma che non devono essere per forza separati ma liberi di contaminarsi l’un l’altro.
Tanti gli interrogativi sul futuro della comunità pastorale. Primo fra tutti su quali strategie adottare per avvicinare un maggior numero di giovani alla figura di Gesù rendendo maggiormente significative le celebrazioni anche per un pubblico più giovane. Molto sentito anche il tema dell’adorazione eucaristica e in particolare come valorizzare quest’importante momento di preghiera in cui il rapporto tra fedele e Gesù si fa più intimo e concreto. Infine si è discusso su quali modalità adottare per aumentare la credibilità del ritrovarsi insieme in preghiera, aldilà dell’atto formale.
Il confronto si è concluso con l’esposizione di una proposta di formazione delle diverse ministerialità liturgiche presenti nella Zona pastorale di Fiemme e Fassa. Ministri della Comunione, Direttori di coro, cantori, Lettori e salmisti, Sacristi e responsabili dei ministranti e Gruppi di decoro verrebbero coinvolti a lavorare su una serie di tematiche specialistiche ma allo stesso tempo di ampio respiro. Un primo tentativo concreto verso quel decentramento delle opportunità di formazione, tanto auspicato dall’arcivescovo stesso, che si spera possa trovare terreno fecondo.
Alice Bellante
collaborazione di Diego Delvai
Foto
Vita Trentina