Sant’Antonio da Padova a Molina di Fiemme

La chiesa parrocchiale, dedicata a S. Antonio da Padova, sorge in posizione panoramica presso il cosiddetto “Croz del Cogol”, su di un’esigua spianata delimitata da muri di contenimento, sul tornante della strada statale, tra gli abitati di Molina e Predaia, le cui comunità concorsero alla sua costruzione tra il 1846 e il 1852. L’edificio fu interessato da un impegnativo restauro nel 1957, che modificò interamente il suo aspetto esterno: il campanile perse la peculiare cupola a cipolla, scomparsero le finestre termali semicircolari a favore di aperture a oculo e la facciata assunse un carattere decisamente novecentesco con materiali moderni fra cui il cemento lavorato a bugne cilindriche in corrispondenza del portale.

Lungo le fiancate emergono le cappelle laterali a pianta rettangolare e la sacrestia, pure novecentesche.

La torre campanaria s’innalza sul lato sinistro ed è caratterizzata nella parte inferiore dalla struttura originaria ottocentesca con un fusto classico e una cella con aperture a monofora. La parte superiore più recente si caratterizza per un tiburio ottagonale sovrastato da una copertura piramidale cuspidata in lamiera.

All’interno la chiesa si presenta con un’unica navata rigorosa e lineare, dove si aprono le due cappelle laterali speculari, e termina con una profonda abside semicircolare. Le pareti sono rivestite da doghe in legno locale, mentre il presbiterio è introdotto da un’ampia arcata a sesto ribassato e illuminato da una finestra circolare sul lato destro. La chiesa è coperta parzialmente da un soffitto ligneo a massicci cassettoni, dipinti a tempera da Giambattista Daprà in occasione della costruzione della nuova chiesa.

Tuttavia questo edificio sacro conserva preziose testimonianze del Settecento e Ottocento, come il grande dipinto che troneggia in fondo all’abside raffigurante La Beata Vergine con sant’Antonio da Padova, opera di un artista ottocentesco non ancora identificato di ambito fiemmese. Degne di attenzione anche le due tele di Francesco Sebaldo Unterperger, illustre pittore della Scuola di Fiemme, collocate sulle pareti del presbiterio, databili entrambe al 1738 (Madonna con Bambino, sant’Antonio da Padova e anime del Purgatorio; Padre eterno, Sacra Famiglia e sant’Anna). Queste importanti opere furono salvate dall’antica chiesa di Stramentizzo, demolita nel 1956 a causa della realizzazione del bacino idroelettrico.

Testo

Damiano Iellici

Fotografie

Fabio Dellagiacoma