
La chiesa è in posizione centrale e dominante in quella parte storica del paese chiamata “villa alta”.
In sostituzione dell’edificio primitivo, una cappella di modeste dimensioni costruita nel 1464 e della quale non è rimasto nulla, venne eretta nel 1871 una chiesa nuova, assai più grande, in stile neoromanico su progetto del viennese Josef Stadl.
È del 1739 l’edicola votiva addossata al campanile, dedicata a San Giovanni Nepomuceno, protettore delle acque del vicino Rio Gambis. Il campanile, gravemente danneggiato dalle intemperie, è stato rifatto su progetto di don Antonio Longo nel 1803.
La facciata principale, simmetrica, divisa in due parti uguali dal campanile, presenta due portali d’ingresso ad arco a tutto sesto. Le pareti esterne sono caratterizzate dall’aspetto possente delle murature, conferito dai conci squadrati in porfido a vista. Sotto la gronda si trova il motivo decorativo neoromanico degli archetti pensili stilizzati.
L’interno, modificato pesantemente tra gli anni 1970-1972, non permette di cogliere la qualità architettonica originaria. Infatti l’intervento moderno ha purtroppo nascosto gran parte delle strutture neoromaniche: gli unici elementi rimasti sono le semicolonne pensili e l’abside con la volta nervata.
Di particolare importanza all’interno della chiesa, il crocifisso attribuito a Martin Seifer di Ulma, artista vissuto a Cavalese a cavallo del Cinquecento.
Testo
Michele Facchin
Fotografie
Fabio Dellagiacoma
Foto d’epoca
dal libro “Il valore della memoria” a cura di Chiara Felicetti