Catechesi

La catechesi, così com’è strutturata nella nostra unità pastorale, ha visto la sua nascita circa una decina di anni fa. In quell’occasione erano state invitate da don Ferruccio Furlan, allora decano di Cavalese, le rappresentanti per la catechesi provenienti dai vari paesi, per la prima volta ci trovavamo assieme a parlare di catechesi: ognuno portando la propria esperienza, le criticità e i punti di forza.

Dal confronto è emerso che diversi erano i modi di fare catechesi, c’era chi condivideva i testi ma per il resto ognuno procedeva da solo nel cammino e nella scelta degli argomenti. Chi, come, ad esempio, a  Castello e Molina, aveva come riferimento lo stesso parroco, faceva percorsi simili, ma il tutto avveniva sempre nell’ambito della parrocchia. La cosa invece che accomunava era il fatto che ognuno in base alla propria inventiva o ad appunti lasciati da catechiste degli anni precedenti faceva ciò che meglio credeva, senza seguire un vero e proprio programma.

Altro aspetto di comunanza fra le realtà parrocchiali era il fatto che spesso chi faceva catechesi si adoperava anche nell’animazione del grest, nella parrocchia come lettore o altro, e generalmente erano mamme che iniziavano il percorso perché partecipavano i figli e poi, una volta concluso il cammino, smettevano con loro.

In quell’occasione avevamo anche condiviso le cose belle che ogni parrocchia compiva: le visite alle case di riposo o all’Anffas, agli anziani in occasione del Natale, le raccolte di denaro da donare a chi necessitava.

Questo ci ha fatto riflettere sul fatto che condividere queste esperienze ci arricchiva soprattutto nel vedere e sentire altri punti di vista.

Un’interessante esperienza veniva da Cavalese dove le catechiste si trovavano ogni quattro settimane con la presenza del parroco e condividevano un percorso comune. Ciò indubbiamente ci pareva avere dei vantaggi: confronto fra i gruppi, impegno nel preparare insieme le lezioni, condivisione nel dividersi i compiti.

Un altro pensiero era quello che spesso a quelli che si avvicinavano alla catechesi veniva affidato un testo o il dossier e poi basta e ciò non era sufficiente per sentirsi pronti per accogliere i ragazzi affidati, motivo questo di abbandono precoce dall’impegno; c’era inoltre il sentore che i ragazzi venissero mandati a catechesi anche se poi i genitori non si interessavano a ciò che veniva loro proposto.

Nell’analisi di questo contesto, non eravamo lasciate sole, ma avevamo avuto il sostegno e l’aiuto dal centro catechistico di Trento, nella figura di Liliana Paolazzi che, rileggendo i verbali e ascoltando le rappresentanti dei vari paesi, aveva delineato alcuni spunti e piste di lavoro possibili per far crescere la catechesi nelle nostre parrocchie: avevamo riflettuto sull’essere  catechisti: date le nozioni di base, bisognava convincersi che la formazione avveniva in itinere: camminando, condividendo un percorso, si cresce anche noi sotto il profilo religioso ed etico e la nostra diventa una co-formazione.

In passato c’erano già state serate di formazione rivolte ai catechisti, ma il format non era quello giusto, erano state date tante nozioni in poco tempo, mentre molto era stato dedicato alla presentazione dei sussidi.

Avevamo quindi parlato di una vera formazione, che deve seguire un itinerario che è scandito da momenti chiari e ben definiti: educare alla fede i ragazzi, in un processo graduale di acquisizione  dei contenuti del messaggio cristiano, favorendo una coscienza sempre più approfondita e completa nella fede nutrita in continuità dalla parola di Dio e aperta agli impegni ecclesiali.

L’itinerario di base quindi, che deve promuovere e sviluppare le tre dimensioni dell’esistenza cristiana:  Parola,  celebrazione e  testimonianza, che trovano attuazione nell’articolazione del catechismo. Da queste serate era nata l’idea di costruire una equipe di persone che siano di aiuto ai catechisti, i quali poi potessero essere in grado di camminare nella propria realtà.

Il risultato finale ci ha portato quindi alla consapevolezza che sarebbe stato utile e interessante fare degli incontri orizzontali (classi uguali) di catechisti, in modo da condividere i contenuti e mettere in gioco tutte le esperienze, così da crescere e migliorare sempre più.

Da quest’anno di ricerca-azione è nato il format che ormai da una decina di anni continua ad essere attivo. Tutte le catechiste si trovano a Cavalese, seguite da un/a tutor e assieme fanno un percorso unitario, unica è la guida e il quaderno operativo proposto, il compito di tutoraggio è quello di offrire la possibilità di crescere nella fede, acquisendo competenze sempre maggiori, creando rete fra le catechiste, permettendo a ciascuna di poter scambiare idee, condividendone anche le fatiche.

Questa modalità di condivisione del percorso catechistico fra classi ci ha permesso di fare molte esperienze unitarie per esempio i ritiri per le prime comunioni o per il sacramento della riconciliazione, le “due giorni a Pietralba” in vista della confermazione, le feste di fine catechesi, abbiamo nel nostro piccolo, aiutato alla visione di insieme di questa unità pastorale che ci ha viste già unite prima dell’insediamento vero e proprio.

Manuela Zorzi